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Assessore Pinto: "8 Marzo. Per le donne innovazione e crescita"
Rionero in Vulture 07 marzo 2008 alle 17:03:00

UN CAMBIO DI PASSO: INNALZARE, EQUIPARARE, INCLUDERE.
È con rinnovata energia e voglia di cambiamento che auguriamo un buon 8 marzo a tutte le donne in occasione della festa che si celebra in tutto il mondo ogni anno.

Dunque, non ritualità consumistica bensì valido momento di riflessione sul variegato mondo femminile e sul pieno conseguimento del  loro benessere. È in questo quadro che si inserisce "Raccolta di pensieri differenziati", l'iniziativa  rivolta ai giovani delle Scuole Superiori promossa per l'occasione dall'Amministrazione Comunale di Rionero in Vulture che, attraverso la libera espressione e la scelta dei linguaggi di comunicazione, è finalizzata alla promozione della "cultura" delle pari opportunità nella quotidianità interattiva sociale. Ancora oggi la disuguaglianza di genere riflette tutte le altre disuguaglianze, discriminazioni e oppressioni, poichè nel mondo le donne sono ancora le più povere, le meno istruite, quelle con minor reddito e con minori diritti civili. Nella nostra Italia poi, nonostante la crescita di talento e protagonismo in rosa, la maggioranza delle donne resta esiliata dai luoghi decisionali delle istituzioni, della politica, del lavoro soprattutto nel nostro Mezzogiorno. L'Italia è fanalino di coda dei Paesi dell'Unione Europea e 84esima nella classifica mondiale sulle disparità di genere come risulta dallo studio del World Economic Forum sul divario tra uomo e donna relativo al 2007 ed incentrato su quattro aree d'indagine: partecipazione e opportunità, livello di cultura economica, responsabilizzazione politica, sanità e sopravvivenza.


 (L'Assessore ai LL.PP. e Ricostruzione Maria Michela Pinto)


Un dato che deve far riflettere e che impone un "cambio di passo" nelle politiche a favore delle donne volto a innalzare l'occupazione femminile, equiparare le condizioni di partenza nella società tra uomini e donne, includere la dimensione femminile in un nuovo patto intergenerazionale per innescare  un processo di innovazione e di crescita a suggello della  "democrazia compiuta".


Il "cambio di passo" s'impone anche per tener conto degli attuali orientamenti della politica europea: affermazione e sviluppo di politiche di genere e di pari opportunità quali strumenti essenziali per la crescita, la prosperità e la competitività volte alla valorizzazione del ruolo femminile nel mondo del lavoro. Una vera evoluzione culturale che metta uomini e donne su un piano di effettiva parità lavorativa ma anche familiare, avrà ricadute positive nel campo dell'economia, delle condizioni di lavoro, delle scelte come genitori. D'altro canto uno degli obiettivi più qualificanti della Strategia di Lisbona è quello relativo all'occupazione femminile che dovrebbe raggiungere il 60% entro il 2010. L'Italia, il cui tasso nel 2006 si attesta al 46,3%, rispetto alla media dell'Unione Europea del 57,4, si trova al di sotto dell'obiettivo finale ed anche di quello intermedio fissato al 57% per il 2005. La scarsa occupazione femminile, ha riflessi sul tasso d'occupazione dell'intera popolazione, che nel 2006 è stato del 58,4 %, rispetto alla media dell'Unione a 27 del 64,4 %. Sulla base di questi dati, l'Italia si trova nelle ultime posizioni in Europa. La situazione nel belpaese è  così differenziata: nel Sud il tasso di occupazione femminile è del 31,1 % contro il 56% del Nord-Ovest e il 57 % del Nord-Est. Occorre, dunque, attivare la partecipazione consapevole delle persone e promuovere le personalità propositive e costruttive per una nuova stagione ideale, di grandi valori etici e di forti passioni civili con le donne e per le donne. Negli anni '80 e '90 con la "Pedagogia della differenza" si poneva al centro il valore delle esistenze femminili con spazi di ascolto e di espressione di desideri e pensieri con esperienze di scrittura centrate sull'espressione di sè. In seguito si è vegliato per far sì che i modi femminili di stare nella società e nei saperi divenissero ricchezza comune valorizzando nel contempo quelle caratteristiche maschili che non riducono il carattere relazionale degli scambi. Oggi ci si mette in ascolto delle mutate esigenze delle personalità al di là del genere. La forza delle donne, dunque, è in circolo ma non è uguale a quella maschile e se ne ha bisogno per partecipare alla creazione di una nuova civiltà. Come dice Luce Irigaray, nel mondo siamo in due ed è da qui che si può ripartire per raccordarsi alle interdipendenze, quelle che si giocano tra di noi e la terra su cui viviamo. Favorire le politiche di pari opportunità significa implementare migliori forme di dialogo che connotano il territorio in positivo divenendo strumento prezioso di pacificazione. I diritti e le libertà delle donne costruiscono relazioni sociali e umane, fondano le regole di convivenza di una comunità rispettosa delle diversità, producono progresso perchè impongono il riconoscimento del rapporto tra produzione e riproduzione sociale e perchè promuovono la partecipazione ai processi decisionali.


Diritti, rappresentanza, riconoscimento, rispetto e tolleranza sono veri e propri indicatori di una società nel suo complesso in cui le pari opportunità non sono un aspetto marginale delle scelte bensì trasversali a tutti gli ambiti dell'impegno di ciascuno utili a monitorare le differenze d'impatto delle nostre politiche per evitare che si trasformino in disuguaglianze.


Verso dove si muoverà la differenza femminile? Si andrà nel senso dell'omologazione maschile, tentazione ancora viva per molte donne, o nel senso di contribuire a un cambio di tutta la società?


L'Assessore ai LL.PP. e Ricostruzione


MAria Michela PINTO


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