In Italia venne bandita dal ventennio fascita dal dittatore Mussolini.

Salvata l’Italia dal Nazifascismo e liberata il 25 aprile 1945 dai partigiani con l’appoggio degli alleati stranieri, venne ripristinata la festa del lavoro. Al riguardo vogliamo ricordare la strage di Portella della Ginestra il 1 maggio 1947 che segnò una pagina nera per la democrazia.

Oggi più di ieri il 1 maggio deve essere sì una festa, ma nello stesso tempo un momento di riflessione e di lotta affinché venga riconosciuto come sancito dalla Costituzione Repubblicana il diritto al lavoro stabile a tutti i cittadini.

Oggi, moltissimi sono i giovani disoccupati che lavorano a tempo parziale, senza che ci sia per loro una speranza di organizzarsi il proprio futuro.

Il lavoro deve essere centrale in questo mondo dove impera sempre di più la liberalizzazione selvaggia che privilegia l’economia a discapito del lavoro e dei lavoratori, dove poche famiglie detengono l’80% della ricchezza prodotta nel mondo.

Ognuno deve fare la propria parte per evitare che si ritorni al passato quando si lavorava 12 e 14 ore al giorno senza la salvaguardia dei diritti sindacali.

Le istituzioni vigilino, affinché le conquiste dell’ultimo secolo non vengano calpestate con un ritorno alla perdita di ogni diritto che rende l’uomo schiavo del lavoro.

L'Amministrazione Comunale