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Presentato a Rionero "Il sogno verde di Teheran", il libro di Maryam Rahimi, scrittrice iraniana.
Rionero in Vulture 17 aprile 2013 alle 11:17:00

Una serata di elevato spessore culturale ed internazionale, quella promossa dal CineClub Vittorio De Sica al Centro Sociale “P. Sacco” di Rionero, con la presenza di Maryam Rahimi, autrice del libro "Il sogno verde di Teheran".

Alla serata di Rionero sono intervenuti Antonio Placido, sindaco di Rionero in Vulture, Paolo Pesacane, assessore alle politiche sociali della Provincia di Potenza, Gabriele Di Stasio, antropologo e ricercatore su fenomeni culturali di caratterizzazione identitaria e Giuseppe Vendegna, avvocato impegnato sul fronte dei diritti umani e promotore della rassegna cinematografica "Altro cinema possibile".


L'autrice è stata presentata da Chiara Lostaglio del “De Sica”, che segue l’interesse letterario e cinematografico su quanto viene pubblicato e girato in Iran.


Maryam Rahimi, nel 2007, ha ceduto i diritti del libro "Yalda la notte lunga e la lotta dura" alla Dulcine Film e in seguito a RaiCinema per un progetto di lungometraggio girato a Roma nel gennaio 2012. Ha, altresì, curato l'edizione italiana del film Due donne della regista Tahmineh Milani, di cui alcune sequenze sono state offerte al folto pubblico rionerese.


"Un'immigrata iraniana in Italia si reca a Teheran per partecipare a una manifestazione politica. Durante la sua breve ma intensa esperienza, avrà modo di condividere i sogni di libertà dei giovani iraniani e di sperimentare la durezza della repressione del regime degli ayatollah".


Maryam Rahimi è nata a Teheran dove ha studiato economia ma, da sempre, la sua passione è la letteratura.


La vicenda narrata da Maryam - spiega Chiara Lostaglio -  riguarda Mahtab, una donna iraniana che vive da tanti anni in Italia ma decide di tornare nella sua Iran, a Teheran, sull’onda verde che si propaga nel mondo, e per prendere parte alle manifestazioni del 14 febbraio 2011. Nella capitale persiana condivide i sogni di libertà dei giovani iraniani e vede con i suoi occhi la durezza della repressione del regime degli ayatollah. Un’altra manifestazione importante contro la rielezione del presidente Ahmanidenejad  inizia nel giugno del 2009 allorquando migliaia di giovani iraniani invadono la capitale, sperando che un cambiamento potesse arrivare con la vittoria del candidato Moussavi, un politico dalle idee riformiste. Manifestano con sciarpe e bracciali verdi, colore che  diventa il simbolo della speranza, il colore del profeta Maometto che da sempre indica la possibilità di cambiamento.


Le loro attese sono state deluse forse anche a causa di brogli elettorali, e pertanto i ragazzi manifestano per la palese assenza di democrazia, per la costante emarginazione giovanile. Molti di essi verranno fermati dai Pasdaran, un corpo speciale della polizia che vigila sul rispetto delle ferree leggi imposte dal regime islamico, bloccando ogni voce di dissenso. Questo primo tentativo non è stato inutile perché dopo due anni i giovani scendono nuovamente per manifestare contro il regime.


La scelta del 14 febbraio 2011 non è casuale, in quanto coincide con il 30° anniversario della rivoluzione che ha trasformato l’Iran da monarchia a repubblica, una repubblica che però prometteva ben altro e durante la quale la gioventù di allora aveva avuto un ruolo fondamentale. La repubblica islamica dell’Iran viene definita duale perché il potere è esercitato sia da autorità politiche che religiose.


A distanza di tempo la repubblica iraniana ha tradito le promesse della rivoluzione perché il potere religioso è divenuto sempre più opprimente e la classe politica non ha saputo realizzare un vero e proprio cambiamento. Così i giovani si sono assunti il compito di risvegliare i sogni sopiti per i quali i loro padri si erano battuti. In questo libro sono raccontati proprio le loro speranze, le loro delusioni, il loro coraggio attraverso la voce di Mahatab. All’inizio del   libro quando Mahatab sta per partire, il marito la blocca perché ha paura che faccia la fine di Neda Aghasoltan, uccisa durante le manifestazioni del 2009, e la cui immagine è stata il simbolo di quelle rivolte giovanili. Il nome di Neda in persiano vuol dire voce, per questo è stata definita la voce dell’Iran ed è diventata il simbolo di una ambita democrazia.


Neda  è stata vista con un cellulare e tenere un cellulare per una donna è un elemento fastidioso per la società iraniana, viene visto come un gesto screanzato, come anche il truccarsi per una donna. E Neda quella mattina stava  manifestando, ha un cellulare ed è donna: tre elementi che la condannano a morte.


Un pasdaran la vede e le spara al petto, Neda cade insanguinata. I ragazzi che hanno commentato questo video sui blog hanno detto “Neda muore con gli occhi aperti facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi”.


L’immagine di Neda viene mandata in onda alla CNN (una delle giornaliste è di origine niraniana), quindi decide di prendere quell’immagine e di metterla in prima serata.  A quel punto quel video arriva nelle case di tutti e cambia per sempre la percezione di quello che sta succedendo in Iran; non è più un Iran lontano dai conflitti a noi incomprensibili ma all’improvviso le manifestazioni, con la vicenda di Neda, assumono un ruolo importante nell’informazione internazionale. Attraverso i blog e social network, visto che l’informazione in Iran è controllata, i dissidenti iraniani  all’estero riescono a raccontare quello che sta succedendo. Per mantenere la fiducia nella possibilità di cambiare le cose alcuni ragazzi iraniani chiedono a Marjane Satrapi, scrittrice e disegnatrice, autrice del capolavoro Persepolis (che nel 2007 è diventato anche un film d’animazione candidato all’Oscar) di poter utilizzare le sue vignette per commemorare la morte di Neda. La più celebre ritrae Dio rappresentato barbuto e sereno che tiene in braccio una bambina che nel fumetto è Marjane Satrapi, ma nei blog e nella rete è Neda poiché Dio le dice: non piangere non sei morta invano. Questa vignetta è diventata il simbolo della possibilità di desistere al regime dopo la morte di Neda e i blog e le registrazioni con i telefonini sono diventati l’elemento dissidente vero e unico per raccontare quello che sta succedendo.


Armando LOSTAGLIO


IN ALLEGATO LE FOTO DELL'EVENTO



Allegato:Pubb_Foto_Maryam_Rah.pdf

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