Rionero in Vulture 07 marzo 2009 alle 11:00:00
Auguri a tutte le donne, protagoniste nel sociale ma cuore e motore della famiglia per un otto marzo non consumistico ed intriso di riflessione a partire dalla cronaca recente che fornisce una “squallida“ escalation di violenze contro le donne ed i minori. Attimi che segnano irrimediabilmente ed inesorabilmente la vita futura di chi n'è vittima e dei propri cari.
Sembravano ricordi di film americani quei quartieri di periferia dove la vita era costantemente a rischio e, purtroppo, oggi li vediamo tali e quali nelle periferie di alcune città italiane. E’ verissimo, come ha scritto la giornalista Natalia Aspesi, che è come se oggi il corpo della donna fosse in pericolo. Spesso si addita l'immigrazione come fattore di rischio, ma gli stupri sono uno stemma del disonore inciso sull’intera storia del genere maschile. L’agguato al corpo e all'anima della donna, poichè di questo si tratta, fa parte della storia dell’umanità e ne è un capitolo osceno.
D'altro canto, le statistiche confermano la crescita della soggettività delle donne affermatesi sia nella vita sociale che culturale. Eppure, le donne italiane vedono diminuire le garanzie relative alla loro identità di donna completa fatta da diritti universali e relazioni affettive nonchè amicali, culturali, di impegno sociale e politico. Un invito a riflettere sul principio di “parità” e di “mainstreaming di genere”, usato per significare che le pari opportunità tra uomini e donne non sono un problema a sé, ma fanno parte in modo integrante della democrazia e dell'equità sociale, e che le politiche possono non avere gli stessi risultati per donne e uomini. L’immagine della donna che emerge dalle ricerche, la vede sempre più protagonista nel privato e nel sociale, sempre più colta, dinamica e capace di cogliere le sfide della modernità e di farsene portatrice nella società.
Ma anche la più esposta ad usi ed abusi con diritti negati. Ogni anno, sono più di mezzo milione le donne che muoiono per cause associate alla gravidanza e al parto e circa 4 milioni i decessi di neonati entro 28 giorni dalla nascita. Altri milioni di donne sono colpite da disabilità, malattie, infezioni e lesioni. Sebbene esistano soluzioni efficaci in termini di costi in grado di apportare rapidi miglioramenti, per attuarli e per conseguire entro il 2015 gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio relativi alla salute materna e infantile, sono necessarie misure urgenti così come documentato dal rapporto UNICEF su “La Condizione dell'infanzia nel mondo 2009” che esamina le tendenze e i livelli di salute materno - infantile nelle principali regioni del mondo, usando i tassi di mortalità come indicatori principali. Inoltre vi si analizzano le cause alla base della mortalità e morbilità materna e infantile,delineando un sistema per accelerare i processi. Il Niger è il paese con il più alto rischio di mortalità materna al mondo, 1 nigeriana su 7 lo corre mentre nel mondo industrializzato lo stesso rischio corrisponde a 1 donna su 8000. La ricerca indica che l'80% delle morti materne sarebbero prevenibili se le donne avessero accesso ai servizi essenziali di maternità e assistenza sanitaria di base soprattutto per l'Africa e l'Asia che presentano le sfide più grandi per la sopravvivenza, contando il 95% delle morti materne ed il 90% di quelle infantili. In queste realtà, i matrimoni e le gravidanze precoci, l'HIV e l'AIDS, la violenza sessuale e altri abusi legati al genere aumentano anche il rischio di abbandono scolastico che stabilisce il circolo vizioso della discriminazione di genere, la povertà e gli alti tassi di mortalità materna e infantile. L'istruzione delle bambine è uno dei mezzi più potenti per evitare la trappola della povertà e creare un ambiente di sostegno per la salute materna e neonatale favorendo azioni da applicare su vasta scala per salvare e migliorare le vite, prevenendo tragedie umanitarie evitabili, favorendo la promozione delle personalità “rosa” dovunque e divulgando la cultura delle pari opportunità.
L'Assessore Comunale
Maria M. PINTO
|